'Ndèl 1800 a voltàs en réet

ha il significato di voltarsi indietro a considerare il passato del 18° secolo


Per poter andare indietro così tanto nel tempo non ci resta che confidare nei libri di allora;

questo è uno del 1859 di Cesare Cantù dove descrive la miseria dei nostri antenati Valtellinesi .

<<... Realmente non v'è forse paese dove gli abitanti siano cosi miserabili adesso come in quella che monsignor Scotti trecent'anni fa diceva una delle più belle e fruttifere valli del mondo e il Bottero una delle migliori, piena di grani bestiami nobilissimi vini, grosse terre e castelli.

In catapecchie piuttosto che case giacciono affollati la famiglia intera col capro e col maiale entro una camera che non ha camino ma in mezzo alla quale si accende il fuoco di legna verde e resinosa onde dissecchino facilmente le castagne deposte sul graticcio (graa) che vi fa da soffitta e coprono di caligine untuosa le pareti di puzza le persone.

Tu credi veramente entrar nel coviglio d'un Lappone o d'un selvaggio. Levate il breve periodo fra la pubertà e il matrimonio, tutti, e le donne ancor peggio, non curano nettezza del corpo e del vestire, talché nelle macilenti membra appena ravvisi la primitiva bellezza, e in quello squallore allevano i figli predisponendoli alla rachitide e alla scrofola.

Fuor della casa fermenta il concime; e la stalla e il porcile esalano un fetido umidore che contaminando l'aria, nuoce alla respirazione e alla sanguificazione.

Le acque per lo più son cattive, sature di calce, inquinate di materie organiche.

L'aria è viziata dagli impaludamenti dell'Adda e dei molti torrenti che vi immettono; viepeggio nella plaga a bacio, a cagione del restar mesi interi senza sole.

Repentini cambiamenti atmosferici e termometrici portano reumi e tossi e acute doglie agli arti . Si dorme l 'estate sul nudo terreno umicoso e sudicio.

Le donne son avvolte in grosse lane che ritengono la puzza d'un corpo non mai lavato: costrette a portare gravissimi pesi anche nella gravidanza e nell'allattamento; gli stenti e i crucci delle madri dipingonsi sul terreo viso e sulle membra rachitiche de' pargoletti, esposti alle idropi, alle affezioni articolar, agli infarti del collo e degli ipocondrj, viventi senza affetto, qusi senza intelletto, finché il padre non possa cacciarli a custodir la vaccherella che sbruca una misera erba nel prato comunale.

Così alla miseria s'aggiunge la brutalità di modi, parlar grossolano, ingiurie continue nella casa. disamore domestico, il vizio dell'ubbriachezza in chi appena n'ha i mezzi. Per me, invece o almen prima d'ogni altro spediente, suggerirei che l'autorità ei privati s'applicassero a migliorar le abitazioni; distrugger addirittura quelle catapecchie, assegnar posizioni nuove, colle debite comodità, coi servigi per gli Dei superi e per gli inferi, coll 'aria col sole.

Quanto risparmio d'ospedali ! quanto anche di prigioni ! E questo solo oggetto porterebbe a doverne tor molti altri in considerazione.

Oh i regolamenti non servono a nulla, mi si dice. Rispondo che certo le abitudini sopravvivono ai regolamenti, ma ne sono modificate ancor prima d'esser distrutte.

La prima volta ch'io vidi Parigi e Lione, pareano mondezzaj: sulla via scolavano non solo dall'alto le grondaje dei tetti , ma dal basso gli sbocchi degli acquajoli; vi si gettavano dalle finestre le acque sudicie e sin fradice, gli avanzi della cucina, le spazzature, si scotea la polvere dai soppedanei; insomma se ne facea il deposito di quanto v'era d'incomodo e d'immondo. Inoltre ognuno facea sulla strada i servigi che gli comodavano; il ciabattino vi teneva il suo deschetto, il droghiere vi bruciava il caffè, il falegname segava, il merciajuolo spingeva fuori la sua mostra, i pedoni andavan in mezzo, le carrozze e i cavalli sui lati non si tenea dritta o sinistra, sicché non meno di 15 persone all'anno n'erano schiacciate nel solo Parigi.

Corsaro 25 anni: e le vie di Parigi sarebber uno specchio di regola e di pulitezza, se l'umidità dell atmosfera e l'inferiorità de'materiali del selciato non vi causassero quel continuo fango.

Infausta dote della bassa Valtellina sono i cretini, di cui fin uno ogni cento abitanti si trova nelle parti inferiori a Sondrio. Piccola corporatura, membra stremenzite, color terreo, pigri movimenti, sguardo spento, e il gozzo son i caratteri più comuni: alcuni han già la testa sformata, fronte bassa, capelli irti, bocca larga con labbra cascanti, fisonomia improntata di stupido riso o di goffa malinconia.

Questa miserabile condizione s'accomuna quasi a tutta la pendice ombrosa della valle, cioè la sinistra dell'Adda fin di là da Tirano, ove la popolazione torna bella, sana, vivace: senza però che tra essa manchino cretini.

Saliti una volta in Triangia sopra Sondrio, chiedemmo a quei villani se avessero a darci insalata.

-" Oh signor si "

- Ma l'olio sarà buono ?

-" Oh signore, noi non mettiamo olio

- Forse burro?

-"Oh neppur questo"

- Almen l'aceto è forte ?

-" Noi non mettiamo aceto"

- Ma come dunque la condite ?

-"Veda là "

e ci additava un pispillo di fontana;

-"Quello è il nostro condimento, e una presa di sale quando l'abbiamo".

Eppure questo fatto risale a trent'anni fa (1829).

E abbiam visto fin d'allora i contadini celar quasi una colpa una pagnottina che avevano comprato per far la panata a un malato; far baldoria allorchè a Natale poteano cuocersi una focaccia di farina neppure stacciata; e con alcuni spicchi di noce.

E altri casi potrei addurre, ad attestar che la miseria ve piu antica delle recenti disgrazie....>

_____dallo stesso libro ______

Fiocca fiocca bon giner

Che gho colzi e gho colzer

E gho gran giù 'n del granér