Ricerca di Fabio Boscacci


ha scritto anche La Storia dol Cheruibin

19 luglio 2015

vedi file pdf del 16 agosto 2016

Buon giorno signori,

il mio cognome è BOSCACCI e abito a Beregazzo con Figliaro in provincia di Como.

Dall'età di 5 anni ai 22 ho abitato in quella che fu la corte acquistata dal mi bisnonno paterno Vittorio, in frazione Bernasca

( confinante con la frazione Bernaschina) nel paese di Camnago Faloppio.

Il mio bisnonno Vittorio è nato e cresciuto in Albosaggia frazione Torchione.

Fino a prima del 1900 portava durante le estati le mucche negli alpeggi della Valmalenco.

Un giorno, con tutta la sua famiglia, vendette i suoi beni e si trasferì a Camnago Faloppio in frazione Bernasca, dove comprò un'intero complesso di CORTE sui 4 lati con appartamenti, cascine, stalle pascoli e boschi.

Era una persona molto erudita e sapeva scrivere la musica, suonava la pianola a casa e l'organo in chiesa.

Si recò ( oggi diremo: "a fare acquisti" ) in Argentina ( per quei tempi bisognava avere tanti soldi per un viaggio ANDATA e RTITORNO del genere) mentre una sorella decise di stabilirsi a Buenos Aires,della quale non ho avuto mai notizie.Tornò con una macchina per macinare il CARLUN,che ho avuto modo di usare anch'io, un aratro, e piante di viti di Americana, Clinto e Bacò. Questo nei primi anni del 1900.

Il suo miglior amico fraterno si chiamava PAGANONI, il nome non lo mai saputo, era senza soldi, ma aveva un grande fiuto per gli affari, lui comperava e mio bisnonno pagava.

Venne la guerra (15-18) e mio nonno detto "Cherubino"o meglio Curubìn ( mentre il suo vero nome era Alessandro e l'ho saputo solo dopo aver chiamato il nostro primo figlio nel 1988 con il nome di Alessandro, dove mio padre ( anche lui di nome Vittorio, con un solo fratello di nome Edoardo, mi chiese il perché lo avessi chiamato come il nonno... fino ad allora non lo sapevo, in quanto anche sulla lapide è tuttora riportato il nome di Cherubino) fu chiamato al fronte, prima della Crimea poi in Albania.

Portò a casa la pelle e una ferita a una gamba, ma quando tornò, scoprì che il Paganoni era morto improvvisamente ( forse infarto) e il padre Vittorio dovette vendere tutto per pagare i le spese dell'azienda agricola e i braccianti che collaboravano alle attività.

Dato che non c'era nulla di scritto gli immobili acquistati andarono solo agli eredi di Paganoni.

Mio nonno Cherubino continuò a fare il contadino, fino alla pensione.

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Ho iniziato le mie ricerche sulle origini del mio cognome, partendo dalle indicazioni che gli studi di storia mi hanno fornito.

Dopo il 1861, progressivamente sia i nomi dei paesi, vie e cognomi di molte persone sono stati ITALIANIZZATI, e non ha fatto eccezione il mio cognome.

Infatti le ricerche sul cognome BOSCACCI si fermano ai primi del 900 del secolo scorso. Ma la memoria storica della gente, soprattutto in modo naturale, ha continuato a chiamare alcune cose e nomi nell'IDIOMA antico, ed è così, che parlando alcuni anni fa con una signora di Edolo sulle mie origini mi disse: "Ma alura ti ta sèt un Bošác !"

Ora, facendo amicizia su fb con Michele Boscacci scopro che i Boscacci sono da sempre chiamati "Bošác" o più semplicemente "Bosach".

Proseguo la mia ricerca, non più su Boscacci ma cercando i Bošác nel mondo....ed è qui che la storia riparte e mi porta nelle terre della Slovacchia, dove trovo un'intera comunità dei Bosach, ma non solo, scopro che Bošáca è un comune della Slovacchia facente parte del distretto di Nové Mesto nad Váhom, nella regione di Trenčín.

Bošáca Il villaggio si trova in mezzo alla natura, a nord ovest di Nove Mesto nad Vahom.

Fa parte della valle Bosacka, che è lunga circa 20 km. Centro del villaggio è situato ad un'altitudine di 235 m sul livello del mare.

Circa 10 km a nord-ovest da Città Nuova n / V, nel centro della valle si trova il villaggio Bosacka Bošáca.

La prima menzione scritta della Carta nel 1380, con il nome Bosach originale (poccessi Bosach anno 1398, l'anno 1479 Besach villa Bsacz, possessio Bosacz anno 1506, l'anno 1773 Bosacza).

Il nome ungherese del villaggio era Bošac. Stemma del villaggio è stata presa dal sigillo originale del paese e costituito da uno scudo azzurro con l'argento rivestito di St. Nicholas.

Il villaggio si trova ai margini dei Monti Carpazi bianco, altezza 228 m, 1350 abitanti.

Al centro del villaggio è noto distilleria Bosacka. Bellissimi costumi Bosacka vengono memorizzati nel museo. Sopra Bošáca lasciato la parte superiore Lysica (545 m), adatto per volo aliante.

Il villaggio è Rolincová ski lift (400 m). L'accesso è su strada da il palo sinistro.

Dalla piazza in Bošac, se si svolta a destra, entrare nel villaggio Zabudišová (2,5 km). Continuando a venire a primavera Haluzický Kopanice minerali, acqua minerale Haluzický.

Villaggio Erb è scudo tardo-blu che è indicata fra due piante d'oro, vescovo dai capelli d'oro in un mantello dorato con l'argento, finiture mitra d'oro, benedite destra, la mano sinistra con un pastorale .

La bandiera del Comune sulla base del cappotto colore delle armi.

Si compone di sei strisce orizzontali nei colori bianco, blu, giallo, blu, giallo e blu. Flag ha una proporzione di 2: 3 ed è completata da tre punti, cioè due tacche, che vanno a sua terza lastra.

Il nome del villaggio deriva probabilmente dai monaci eremitici che vivevano in Bošáca ed ebbe il monastero di legno - a piedi nudi monaco - Bosak. La vallata Bosacka era abitata in epoca preistorica.

Bošáca in passato comunità contadina, al contrario, nei comuni vicini Trenčianske Bohuslavice e Zemianske Podhradie vivevano ancora le più importanti famiglie nobili.

I mezzi dominanti di sostentamento erano l'agricoltura. In aggiunta alle colture tradizionali tipiche di questa zona climatica come cereali, patate, ortaggi, la canapa ha avuto nella tradizione Bošáca la frutticoltura.

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UN PO DI STORIA LONGOBARDA :

« C'era questo di meraviglioso nel regno dei Longobardi: non c'erano violenze, non si tramavano insidie; nessuno opprimeva gli altri ingiustamente, nessuno depredava; non c'erano furti, non c'erano rapine; oguno andava dove voleva, sicuro e senza alcun timore »(Paolo Diacono, Historia Langobardorum, III, 16)

(((Sconfitti i Gepidi, la situazione era cambiata assai poco per Alboino, che al loro posto aveva dovuto lasciar insediare i non meno pericolosi Avari; decise quindi di lanciarsi verso le pianure dell'Italia, appena devastate dalla sanguinosa Guerra gotica. Nel 568 i Longobardi invasero l'Italia attraversando l'Isonzo. Insieme a loro c'erano contingenti di altri popoli. Jörg Jarnut, e con lui la maggior parte degli autori, stima la consistenza numerica totale dei popoli in migrazione tra i cento e i centocinquantamila fra guerrieri, donne e non combattenti; non esiste tuttavia pieno accordo tra gli storici a proposito del loro reale numero.

La resistenza bizantina fu debole; le ragioni della facilità con la quale i Longobardi sottomisero l'Italia sono tuttora oggetto di dibattito storico. All'epoca la consistenza numerica della popolazione era al suo minimo storico, dopo le devastazioni seguite alla Guerra gotica; inoltre i Bizantini, che dopo la resa di Teia, l'ultimo re degli Ostrogoti, avevano ritirato le migliori truppe e i migliori comandanti dall'Italia perché impegnati contemporaneamente anche contro Avari e Persiani, si difesero solo nelle grandi città fortificate. Gli Ostrogoti che erano rimasti in Italia verosimilmente non opposero strenua resistenza, vista la scelta fra cadere in mano ai Longobardi, dopotutto Germani come loro, o restare in quelle dei Bizantini. I domini longobardi dopo la morte di Alboino (572) e le conquiste di Faroaldo e Zottone nel centro e nel sud della penisola (575 circa). La prima città a cadere nelle mani di Alboino fu Cividale del Friuli (allora "Forum Iulii"); poi cedettero, in rapida successione, Aquileia, Vicenza, Verona, Brescia e quasi tutte le altre città dell'Italia nordorientale. Nel settembre 569 aprirono le porte agli invasori Milano e Lucca e nel 572, dopo tre anni di assedio, cadde anche Pavia; Alboino ne fece la capitale del suo regno.)))

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In una mia recente ricerca ho scoperto che i Bòsac sono giunti fino a noi già in epoca delle invasioni gotiche e longobarde ( I Cusini, stabilitasi in località Grosio, per esempio provenivano dalla Pannonia) e per l'appunto i Bošác si sono stabiliti anche loro in Valtellina, e non è detto che il nome di Albosaggia sia derivato proprio da queste famiglie dove Al ( non ho trovato traduzione ) e Boscach, che potrebbero essere proprio riferirsi alla provenienza di questi monaci al seguito dei longobardi, inoltre il nome Albosaggia sembra volesse significare "monte o luogo santo" ( forse proprio dovuto alla presenza dei MONACI EREMITICI?).

Il vecchio borgo, nella zona centrale del paese, porta il nome prestigioso di Paradiso ed è ricordato già da antichi documenti risalenti al 1200.

NON A CASO, il mio bisnonno, acquistò la corte con annessa chiesetta dei monaci (oltre ai boschi e terreni), in località BERNASCA ( il cui nome significa per l'appunto : AVAMPOSTO DI GUARDIA LONGOBARDO) e in Lombardia di BERNASCHE ne troviamo diverse, mentre coloro che abitavano vicino alla "Bernasca" erano chiamati BERNASCONI, e quelli che abitavano poco lontano o "sotto" i Bernasconi erano i BERNASCHINA.

Posso dedurre che il bisnonno Vittorio conoscesse la storia e le proprie origini storiche tramandate sicuramente in gran parte oralmente da secoli ( un po come si sono tramandate le LEGGENDE o come le chiamano a Edolo "Le panzane" che comunque partono da FATTI realmente accaduti).

Questa è la sintesi di ciò che ho raccolto...

per me è già un successo essere riuscito a ricostruire un piccolo pezzo del grande MOSAICO della storia di Boscacci, spero in futuro di riuscire a trovare altri riscontri più dettagliati.l

Cordiali Saluti

Fabio Boscacci detto ül Fabi Bošác

 

 

(ha scritto anche La Storia dol Cheruibin clicca---> Leggi la Storia - file PDF )